Il saggio Lao-Tsu (570-490 a.C.), che deteneva la carica molto importante di bibliotecario imperiale e vantava la reputazione di essere un grande maestro taoista, in vecchiaia si ritirò dagli affari mondani, rinunciò alla carica e partì per il Tibet a dorso di un bufalo indiano.
Una guardia di confine, a sua volta taoista, insistette perché egli lasciasse un manoscritto con gli insegnamenti essenziali del taoismo prima di abbandonare il mondo. Il saggio acconsentì e scrisse ciò che è conosciuto come il Tao Te Ching o Libro della Via e della Virtù. Si narra che il monaco Chang San Feng creò l’arte del Tai Chi Chuan dopo aver visto un serpente combattere con una gru. Il serpente si sottraeva ai secchi e rettilinei colpi di becco dell’uccello con movimenti morbidi, sinuosi, lenti e continui, ma poi contrattaccava con fulminea rapidità.
Il monaco comprese allora che i movimenti circolari e continui sono preferibili a quelli rettilinei e interrotti e che la morbidezza e la flessibilità prevalgono sulla durezza e sulla forza.
Anche se la sua figura è almeno in parte leggendaria, secondo molti testi egli sarebbe nato verso la fine della dinastia Sung (970-1279) e morto all’inizio della dinastia Ming (1368-1644). A Chang San Feng è stato popolarmente attribuito un famoso testo classico nominato Teoria del Tai Chi Chuan.